Robotomizzati

Fabio era stato assunto in un supermercato di Edimburgo: doveva occuparsi di accogliere i clienti e rispondere alle loro richieste, ma e’ stato licenziato perche’ “sfortunatamente le sue prestazioni non erano quelle attese”, a detta dei proprietari.
Purtroppo siamo abituati a notizie del genere.
Quello che stupisce, invece, e’ che Fabio non e’ un semplice essere umano, ma un robot.
Avete letto bene? Gia’, proprio un robot.
La sua assunzione faceva parte di un esperimento portato avanti dalla Heriot-Watt University di Edimburgo, che e’ finito col passare alla storia come il primo caso di licenziamento di robot.
Peraltro, Fabio era stato assunto solo per due settimane, quindi e’ stato anche il primo caso di robot precario.
Questa storia permette di sviluppare alcune riflessioni circa la corrispondenza isomorfica tra noi e il mondo dei robotici: per quanto riguarda noi umani, ormai siamo finiti a confinare le emozioni in uno spazio sempre piu’ piccolo da assomigliare alla completa apatia dei nostri amici meccanici, i quali invece si stanno sempre piu’ specializzando nelle materie umane da diventare perfetti supplenti di qualsiasi manodopera in carne e ossa.
Mischiando i due mondi pero’, si corre il rischio di sconfinare, producendo dei cortocircuiti mioelettrici capaci di paralizzare l’attivita’ quotidiana.
In buona sostanza, se noi diventiamo un po’ piu’ di ferro, e i robot un po’ piu’ umani, finiremo con l’anestetizzare qualsiasi esperienza, con lo scambiare un rapporto per un contatto, con l’arruginire qualsiasi liberta’ creativa ed emotiva che non rientri nella nostra programmazione.
A ognuno il suo: non sarebbe un equo compromesso fra innovazione e responsabilita’?
La cosa grave di un robot e’ il fatto che non riesce a scaldarsi per un’emozione, che non prova piacere per cio’ che accade, che non ragiona ma esegue soltanto, che non ha il gusto di leggere o di andare alla ricerca di qualcosa che possa fargli cambiare prospettiva.
Ecco: se osservate le persone attorno a voi, riuscite a notare la somiglianza?
Non trasformiamoci in razzo missile anche noi.

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