Buon 2019

Un anno non è un tempo sufficientemente adatto a fare bilanci.
Ma per fare ragionamenti, è sempre tempo.
Così, in un anno di blog, ho imparato che:

  • la passione, senza la cura e un’attenzione costante, non basta: ecco che ritorna il «bravo ma non si applica»;
  • è più facile farle le cose, perché dirle soltanto ti complica la vita: poi devi rispettarlo…
  • se sei bravo in ciò che sai fare, non è un premio, ma una condanna: tutti conteranno su di te, e potrai solo fare tutto di più che soddisfare le loro e le tue attese;
  • l’esercizio migliora la pratica, non tanto perché affina la tua tecnica, ma perché vedrai le stesse cose con l’esperienza di chi ha già ottenuto quel risultato, per raggiungerne uno ancora più grande;
  • scrivere, è la cosa che mi piace di più. Non so prima o dopo cosa, ma sicuramente, di più (quando mi riesce bene).

Se avete un sogno, provateci a realizzarlo; ma se quel sogno è il vostro panettone alla fine del pranzo di un Capodanno, non rinunciateci mai: potreste pentirvene per una mano intera.
Solo che la vita non è un gioco a turno: se passate, (s)finisce.

Auguri, buon Anno.

Buon Anno!

Il primo dell’anno inizia sempre con lo stesso rituale: sveglia tardi (se non tardissimo), concerto di Vienna in tv (sul finire, e con un occhio ai piatti), sbadigli a tavola e una caterva di messaggi da scrivere, nel migliore dei casi (nel peggiore, vi tocchera’ subirvi tutti i semi-sconosciuti che manco Whatsapp ricorda i nomi, e rispondere col classico evergreen “anche a te e famiglia”, salvo poi scoprire che il destinatario si e’ lasciato da poco, o e’ uno di quei single a vita che una famiglia non l’avra’ mai).
A pranzo poi, seguendo la scia degli orari decenti, si inizia tardi per finire ancora piu’ tardi, e l’unica cosa meno indigesta da consumare e’ il digestivo, che non a caso si chiama amaro proprio perche’ la quantita’ di zuccheri ingerita negli ultimi giorni/settimane e’ arrivata a un livello di saturazione tale che l’indice estremo della glicemia, al massimo, e’ il minimo a cui aspirare.
La cena (sebbene non si capisca il motivo di chiamare con un altro nome la continuazione di cui sopra, dato che non ci si e’ alzati da tavola praticamente mai) e’ invece una formalita’, nel senso che serve proprio a mantenersi in forma, il che significa rispettare quanto costruito dal 24 Dicembre a oggi.
Capodanno pero’ e’ il giorno piu’ bello dell’anno, quello in cui tutti i propositi sembrano doversi realizzare e i ricordi del passato solo una favola (melodrammatica) da cui trarre la dovuta morale.
Bene che vi vada, farete in tempo ad augurare a tutti “Buon Anno” entro la mezzanotte (ah, fate attenzione ai lutti recenti prima di coinvolgere le famiglie altrui nei vostri messaggi speranzosi).
Altrimenti, fra un pezzo di panettone e un riposino a bocca aperta (non si sa mai, meglio tenersi sempre pronti), ci sarebbe questo nuovo blog da leggere: nessuna promessa pero’, non illudo alcuno e non voglio spacciarmi per oro colato (in attesa che sia il grasso, a colare).
Semplicemente, se vi va, d’oggi in poi questo spazio sara’ a disposizione per scrivere in piccolo qualcosa di bello. E anche per rifarsi un po’ gli occhi.
Per tutto il resto ci sono 6 mesi di tempo prima che qualcuno si accorga delle nostre trasformazioni.
Buon viaggio, e auguri a tutti!